PDF articolo: Meccanica (2020) 55:1847–1851
Con profonda tristezza comunichiamo che il 27 luglio è venuto a mancare il prof. Raffaele Casciaro. Lo ha accolto la città di Rossano, dove era nato il 23 settembre del 1943.
Dopo un breve periodo di attività di ricerca a Roma “La Sapienza”, dove si era laureato nel 1967, si è trasferito all’Università della Calabria. Li ha trascorso l’intera carriera accademica, prima come assistente e poi come professore di Scienza delle Costruzioni.
I suoi interessi scientifici, fin dai primi anni 70, sono stati incentrati sulla meccanica computazionale, intuendo le potenzialità di una disciplina che in Italia era poco sviluppata rispetto al contesto internazionale e che appariva limitata dalle modeste velocità di calcolo e memoria disponibili sui computer dell’epoca. Convinto che la meccanica computazionale potesse diventare uno strumento centrale nella progettazione strutturale e nell’attività di ricerca che la alimenta è stato uno dei fondatori ed animatori del Gruppo Italiano di Meccanica Computazionale facendo crescere un gruppo di ricercatori specializzati su questo tema. Alla fine degli anni 80, questo interesse lo ha portato a contribuire in maniera decisiva all’istituzione, presso l’Università della Calabria, del dottorato di ricerca in “Meccanica Computazionale”, il primo in Italia con questa chiara connotazione. Il dottorato, negli anni, ha attirato decine di giovani studenti, molti dei quali sono diventati ricercatori e docenti di università italiane ed estere.
I suoi contributi scientifici hanno riguardato diversi temi: l’analisi limite, la dinamica strutturale, l’analisi non lineare di strutture snelle basate sulla teoria di Koiter, la modellazione di problemi geotecnici, gli algoritmi per l’analisi evolutiva, le formulazioni di diverse categorie di elementi finiti e i problemi connessi al processo di discretizzazione, i modelli strutturali per l’analisi non lineare, i metodi multilivello, la modellazione delle murature e del legame costitutivo per elementi in calcestruzzo armato.
La sua attività scientifica è stata sempre indirizzata allo sviluppo di modelli e metodi per la simulazione del comportamento meccanico delle strutture, con la ferma convinzione che le attività di ricerca debbano essere strettamente connesse con il loro impiego concreto nella progettazione strutturale.
La sua attività di ricerca e di didattica non può che essere collegata con il suo profilo umano. Raffaele comunicava con passione ed ironia. Le sue lezioni, che finivano spesso ben oltre l’orario prefissato, erano ricche di spunti di riflessione, caratterizzate sempre da una impostazione innovativa, sia negli argomenti classici che in quelli avanzati. Proprio per la comunicazione non convenzionale, mai banale, le lezioni di Raffaele suscitavano reazioni diverse sugli studenti, che si dividevano in quelli più affascinati dal livello di approfondimento e di innovatività e quelli più abituati a lezioni convenzionali che ne risultavano intimoriti. In ogni caso la sua passione per la disciplina, sia negli aspetti teorici sia in quelli applicativi, raggiungeva e coinvolgeva tutti gli studenti.
Raffaele amava lavorare insieme agli altri, specialmente con i ricercatori più giovani. Il confronto delle idee, spesso svolto attraverso lunghe discussioni, era per lui la maniera più efficace per far avanzare il processo di ricerca, che molto spesso beneficiava delle sue intuizioni geniali. Era amato dai ricercatori più giovani, anche per la sua profonda generosità, per la sua capacità di non tirarsi mai indietro, per il sostegno che dava a tutti nei momenti di difficoltà.
Oltre ad essere un brillante ricercatore, possedeva una cultura vasta e che includeva molteplici interessi nel campo umanistico: la storia, la musica, la letteratura. Discuteva degli argomenti più svariati e riusciva a graduarli a seconda dell’interlocutore, così come sapeva rendersi intrattenitore, quasi istrionico, con umorismo intelligente e ironia. Si immergeva in modo appassionato in nuove attività, come testimonia l’attrazione per la navigazione velica, intrapresa all’età di sessant’anni.
Raffaele ha coltivato con passione diversi interessi. Ha tenuto però ben saldo l’impegno rivolto alla realizzazione dell’obiettivo di fondo in cui credeva: la creazione di una Scuola capace di crescere culturalmente e di incidere sul territorio.